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Le tensioni all'interno del corpo umano vogliono uscire, si allungano, gettano la loro energia verso l'esterno modellando le forme dei corpi.
Non sempre esprimere è consentito. Per vergogna, per timore del giudizio, per non mostrare ambivalenze inaccettabili, e allora lo si fa attraverso una condizione irrevocabile, perché istintiva, senza divieti.
Una fotografia lasciata "sporca" per rappresentare il tormento di tendini e muscoli che lottano con la tensione interna che muove il corpo. La scelta del colore come ulteriore segno di fisicità.
Il volto mai mostrato per celare “l’onnipotenza dei pensieri” quelli consentiti ma inespressi, quelli sacralmente proibiti, ma ugualmente messi in scena perché intrattenibili.
"Un corpo che si fa forma ed energia. Una tensione dai toni barocchi. Una fotografia lasciata il più naturale possibile grazie ai colori volti a esaltare la piena fisicità umana.
La serie di 8 scatti “Corpo sotto tensione” di Daniele Robotti immortala con uno sguardo crudo, quasi scientifico, l’interiorità umana in tutta la sua potenza incontenibile. Non una donna da ammirare, ma materia viva nella quale possiamo ritrovare i pensieri del nostro intimo, che riecheggiano universali in ogni spettatore.
Non è una danza di instabilità emotiva, neppure una visione giudicante, quanto piuttosto una neutra esposizione di un corpo universale (senza volto) il cui interno tende all’esterno in un’onda anatomica di emozioni. Un consapevole studio di muscoli e tendini nella loro più ampia torsione che è rabbia e volontà di autodeterminarsi.
Una progressione fotografica dove l’accuratezza delle forme geometriche incontra e modula le sinuosità del corpo umano, e lo rende regola e ordine."
Testo critico, a cura di Valentina Colombo
Stampa su carta Hahnemühle FineArt Baryta 325gr.
Stampatore Guido Bartoli